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"Ncuntravu u Signuri" di Ignazio Buttitta recitata da Ciro Emanuele

Oggi vogliamo invitarvi ad ascoltare una bellissima poesia  di Ignazio Buttitta, recitata da Ciro Emanuele. Ignazio Buttitta, definito "poeta di piazza", è uno dei poeti e letterati siciliani più importanti del Novecento.

Amava recitare le sue composizioni in pubblico, con passione e vigore, raggiungendo con i suoi versi e la sua voce il cuore dellatornatore buttitta gente. Riusciva, dal palco a trasmettere emozioni e a tenere in pugno l'uditorio. Una delle poesie che recitava a memoria con calibrata teatralità e con vibrante pathos era "Ncuntravu u Signuri", testo che pur rappresentando una sua dichiarazione di agnosticismo nei confronti della religione, ammetteva comunque la presenza di Cristo sulle strade del mondo. https://www.youtube.com/watch?v=ldMTApB7Wes
TRADUZIONE NELLA LINGUA ITALIANA:

INCONTRAVO IL SIGNORE  

Incontravo il Signore per la strada
 e gli dissi:
 non ti vergogni di camminare scalzo?

 Era stanco.
 Le ossa rosicchiate dal verme,
 la tonaca stracciata
 la bocca secca
 e cercava acqua.

 Faceva pietà a vederlo.
 Ma pensando a quello che fece
 per il piacere di metterci al mondo
 e vederci rubare, odiare,
 rincorrere i dinari
 e godere del male degli altri,
 vi dico la verità:
 non spuntò una lacrima

 E faceva impressione
 un giovanotto di trentatre anni
 bello, alto, ossuto,
 e gli occhi come uova di colomba
 fatti nella paglia

 Faceva impressione
 quello sguardo d'uomo
 che entrava nel cuore
 con vento del fiato,
 nel cuore come una lingua d'agnello
 e tette di madre

 Ma pensando a quello che fece
 per il piacere di vederci
 strappare gli occhi l'uno con l'altro,
 scorticare l'uno con l'altro, ammazzarci
 e piantare bandiere di vittoria
 nelle pance dei morti,
 vi dico la verità:
 non spuntò una lacrima

 Gli dissi solo:
 meglio se non nascevi,
 non scendevi sulla terra
 e non morivi sulla croce.

 Noi non saremmo niente,
 né foglie né fiori
 e nemmanco carne punta dalle api
 e mangiata dai vermi.

 Non saremmo niente,
 nebbie senza tempesta
 e senza tuoni e lampi nel cielo
 e terremoto sulla terra...
 niente

 Era stanco,
 mi guardava e piangeva
 come un'innocente
 che sale al patibolo.